Appena rientrata dalle micro vacanze in montagna, mi sono accorta che avevo qualche creatura lanosa fatta e finita che non aveva ancora viaggiato sul web, povere! Quindi eccole immortalate una dopo l'altra... Sistemare le foto mi ha fatto pensare al titolo del post: ogni volta mi impressiona e meraviglia notare quante forme diverse si possono creare a partire da un filo, cambiando colori, tecniche e materiali; non so se rendo l'idea che vorrei esprimere, ma guardando la successione delle immagini che ho caricato su Flickr ho pensato: sono tutte fatte della stessa fibra, ho cambiato solo i colori, il modo di filarla ed ecco tre creature completamente diverse, che si prestano a realizzare capi decisamente differenti.
Il primo filato è un melange di lana Merinos e Corriedale che da un effetto tweed molto rustico; l'ho chiamato MOORLAND, ovvero brughiera, perchè dal grigio che apparentemente emerge dalle foto in realtà si nascondono un marrone profondo come torba, un verde tenero dell'erba, violetto come erica e bianco latte per il cielo nuvoloso del nord... Soffice e abbastanza spessa da realizzarvi un capo caldo e un po' country...
Il secondo filato invece è un esperimento che si può trasformare in 1000 e più creazioni diverse; ho preso un po’ del mio Masala Tweed che avevo già descritto tempo fa e l’ho rifilato avvolgendolo su un filo di rame sottile (il più sottile che ho trovato dal ferramenta…) che riprende i colori del filato originale e si intravede qua e là dando piccoli sprazzi di lucentezza.
Ho provato a filarlo più per curiosità che pensando a un progetto preciso in cui impiegarlo; bene ora davvero sono sorpresa, perchè per esempio mi viene in mente un filo di base per una collana modellabile in lunghezza, larghezza, numero di giri intorno al collo, oppure un cinturino da passare intorno alla vita, o ancora una sciarpina o uno scaldacollo che rimane in forma, lavorato magari con ferri super grandi… Yum
chi suggerisce altro?
Ecco MASALA WIRE:
Infine, dulcis in fundo, ecco il mio primo filato fatto con la tecnica del Core spinning, che si realizza avvolgendo la fibra su un filo di base che forma l’anima e la struttura del filato finale; io ho cardato le fibre in tonalità vicine – rosso scuro, bordeaux, lavanda, carta zucchero – e aggiungendo ciuffi di colori contrastanti – verde acqua, giallo sole, verde prato – lasciando che i colori si sovrapponessero solo in parte, e si susseguissero formando quasi un effetto rigato. Ora tanto per complicare le cose, ho voluto inserire ad intervalli casuali dei rotolini fatti con tutti i colori componenti arrotolando segmenti di lana su se stessi e poi sul filo di base.
Ho preso ispirazione dalle meraviglie create da MoonRoverSpins e che potete vedere qui; non sono proprio alla sua altezza, ma il risultato mi soddisfa, ripeterò di sicuro l’esperimento anche perchè il filato è liscio, morbidissimo e vellutato pur mantenendo una struttura ben definita. L’ho chiamato ARLECCHINO e credo non ci sia bisogno di capire perchè:
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