Ho finito di filare il lino!
650 g in totale, per 1950m di lunghezza di filato.
Mi mancavano 150g arrivati insieme ai pigmenti naturali, così ho completato l’opera, o almeno il primo passo. L’obiettivo è di finire in tempo prima dell’autunno – non sono ambiziosa… anzi prudente direi - il cardigan SAVOY che ho sul libretto dell’anno scorso The Purelife Recycled Collection di Rowan:
Ho deciso di filare il lino ad un solo capo e decisamente più sottile rispetto al filato della collezione che avevo già lavorato l’estate scorsa – ed è superlativo – (se ne può leggere qui) in modo da rendere più leggero e arioso il punto.
Filare il lino è stato interessante, perchè è una fibra completamente diversa da lana o comunque anche da altre vegetali come la soia il bambù o il ramie, nel senso che parte delle fibre sono molto sottili e lunghe e parte invece sono cortissime e compatte come la bambagia; quindi dietro consiglio di amiche del gruppo Filodilana e cercando un po’ sul web ho scoperto che il modo migliore per evitare che il filo fosse troppo fragile e irregolare e peloso per giunta, ho filato “dalla piega” – permettete la traduzione letterale della tecnica che in inglese si dice from the fold.
Tenendo le fibre piegate attorno alla mano e alimentando il filo sul filatoio non seguendo il senso longitudinale delle fibre pettinate, ma perpendicolarmente ad esse, le fibre si piegano su sè stesse torcendosi nel formare il filato e in questo modo si legano meglio le une con le altre riducendo le caratteristiche di cui sopra.
Poi ho tenuto a bagno le matasse in modo che si rimuovesse il grosso del pulviscolo che le fibre corte disperdono nell’aria – quanti starnuti durante la filatura!!!!
Ora questo è il primo risultato, nei prossimi giorni mi butterò nella tintura di tutto questo filato con il Mirabolano… devo ammettere che sto tergiversando perchè sono un po’ intimorita, ho già letto che le tinte naturali non prendono molto bene sulle fibre vegetali e io dovrò cercare di ottenere un colore abbastanza uniforme in due diversi passaggi: tintura e variazione del colore con sale di ferro….
Ma è una storia abbastanza lunga da meritare un altro post!
3 commenti:
molto interessante, mi piacerebbe fare un'esperienza del genere!
le matasse mi sembrano uno spettacolo... aspetto di vederle colorate, anche se il colore del lino al naturale non lo batte nessuno!
ciao
Ilaria
Ammazzate che impresa! Io ho filato il lino già tinto, e devo dire che è stata una bell'ingaggio, perchè i fili sembravano diventati un tutt'uno, probabilmente a causa della titura. Mi sa che per le fibre vegetali la via più semplice è la tintura in filo, anche se a me piace molto l'elemento sorpresa che ti riserva la tintura in top. Comunque complimenti come sempre!
sì è davvero interessante scoprire le differenze tra le fibre, "domarle" e ottenere qualche risultato...
Credo che per le fibre vegetali la tintura in filo dia risultati molto migliori rispetto a quella in top dopo diversi tentativi... le uniche su cui tingo prima di fialre sono bambu e ramie che restano morbide e trattabili, non ho mai provato con la soia...
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