sabato 30 aprile 2011

TEMPEST

In questi giorni sonnacchiosi di primavera mi sono dedicata soprattutto al giardinaggio, alla cova del pupo e poco altro nel tempo libero, quindi niente nuovi progetti… in realtà sto aspettando da due settimane che mi arrivino i pigmenti naturali e un po’ di lana bianca…

Comunque la sera non poteva mancare un po’ di sferruzzo, quindi ho iniziato a lavorare il cardigan Tempest con la lana che avevo comprato e gomitolato lo scorso Gennaio.

Il lavoro è semplice e procede anche velocemente, ho finito il dietro  e i due davanti e sono alle maniche, anche perchè la ricchezza del modello secondo me sta nella cura dei particolari – calature, righe grandi e piccole – e ovviamente nel filato che è davvero una meraviglia.

I colori sono in effetti progettati alla grande, e la lana Bluefaced Leicester  rende superbamente, è morbidissima lucente e leggera, perfetta per un giacchino da mezza stagione/ sera estiva non troppo afosa…. sono impaziente di finirlo anche per vedere se riesco a non perdere la pazienza con i dettagli, tipo riprendere tutte le maglie laterali per lavorare il bordo e le asole, o l’orlo inferiore ricucito sul dietro in modo che resti invisibile.

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

Tutto questo in realtà però lo proverò davvero a Settembre, non tanto per questioni climatiche ma per un ingombro fisico, che prima non permette di chiudere i bottoni!!!!!!!!!!!

E se poi non mi sta???????

Bè intanto vado a comprare i bottoni nel mio negozio favorito su Etsy, Overspill

venerdì 15 aprile 2011

DIPINGERE O SOLO TINGERE

Dopo il tentativo con l’indaco ho ripreso un po’ le tinture collaudando la cucina nuova per evitare macchie e pasticci.

Ora che ho un tavolo bello grande su cui stendo un telo di plastica per non colare – in realtà è la custodia da giacche e cappotti della lavanderia… – vorrei provare a usare il pennello per dipingere fibre e fili e dare quell’effetto punteggiato con colori ben separati tipico. Finora invece ho sempre usato le siringone da 60cc per distribuire i diversi colori, ma devo dire che c’è poco controllo e a volte si sovrappongono. Non che sia un problema, anzi i risultati così sono a sorpresa  escono tonalità intermedie poco prevedibili, però a volte mi piacerebbe che quello che spruzzo in un punto resti lì …

Per esempio, le ultime tinture fatte hanno dato risultati bellissimi, soprattutto i riccioli di lana BFL, che sono partiti da un lato gialli e dall’altro blu navy, e sono usciti così:

BFL fleece cold variations 3

Quelli invece partiti dal rosso al petrolio sono diventati così:

BFL fleece red variations

E infine l’incidente!!

Avevo sprizzato per bene 100g di lana Cheviot a strisce nell’ordine: rosso, verde scuro, rosso, blu elettrico lasciando poi cadere poche gocce di giallo nei confini tra verde e rosso.

Quindi ho avvolto tutta la fibra con la pellicola da cucina arrotolandola bene e l’ho messa in pentola; questa è la soluzione che ho trovato per limitare la colatura di un colore sull’altro… dopo circa 15 minuti vedo sul banco della cucina la bottiglia di aceto ancora chiusa: FLASH!! non ho aggiunto l’aceto al bagno della lana pre-tintura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Allora ho tolto la pentola dal fuoco e buttato la poca acqua che di solito lascio sul fondo della pentola per paura che la pellicola si attacchi, e poi ho srotolato la fibra bollente , aggiunto l’aceto e tristemente realizzato che per uniformarne l’assorbimento avrei dovuto rimestare la fibra….

Oddio  i colori si mescoleranno!

E magari la fibra si infeltrirà pure con tutto il movimento fatto!

Alla fine, dopo ulteriore cottura di 20 minuto ho scolato la lana rassegnata, l’ho sciacquata e lasciata asciugare, e ho scoperto che non si è infeltrita, ma i colori si sono sfumati di brutto,  l’effetto? Eccolo:

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

Il verde si è schiarito molto, il blu e il rosso hanno dato tante variazioni di rosa, lavanda e violetto, e il giallo ha inserito qua e là punti di ruggine e nocciola… non riuscivo a trovare un altro nome se non un SECRET GARDEN pieno di fiori!

Credo sarà perfetto per un filato molto sfumato, in vendita presto su il mio Etsy Shop !

sabato 9 aprile 2011

INDACO DAGLI OCCHI DEL CIELO

Dice una canzone dolce di Zucchero, che mi è tornata in mente in questi giorni in cui ho per la prima volta provato a tingere con l'estratto naturale di Indaco appunto.

Il barattolo di polvere blu giaceva nel mobile da diversi mesi senza che osassi metterci mano; ora, complice l'aria di primavera che mi rende più operosa del solito, nonchè più vicina a mamma natura e alle sue piantine, mi sono buttata e ho capito perchè si dice che tingere con i pigmenti naturali sia un'operazione quasi alchemica, e soprattutto colorare con l'indaco.

Intanto  il principio con cui si tinge, lana o altre fibre, è piuttosto diverso da quello a cui ero abituata: si deve preparare accuratamente la fibra e prendere il colore, e quindi sono forse quasi più delicati e importanti i passaggi preliminari piuttosto che il bagno di tintura vero e proprio; la fibra deve essere messa a bagno, poi si deve preparare il calderone con i mordenti, cui si aggiunge l'indaco , e solo alla fine l'ultimo agente che serve per estrarre il pigmento e renderlo solubile.

Infatti da sola la pianta non produce il colorante blu, ma un suo precursore, che deve appunto essere reso solubile per legarsi alle fibre. La magia è che quando si prepara il bagno di tintura tutti i componenti vanno agitati poco e piano per un'ora circa finchè il colore del liquido  risulta giallo-verde (!!!!!!!!!!!!!). A questo punto si aggiunge la fibra che diventa un verdino azzurro chiaro (!!!!!!!!!) e solo dopo essere estratta dal bagno, sciacquata brevemente e lasciata all'aria si ossida e diventa del colore blu-viola intenso tipico cui associamo l'indaco.

Ero felice come una bambina quando stavo ad ammirare la mia matassa di lana BFL che cambiava colore nel giro di 10 minuti all'aria! Eccola:

indaco 1° BFL

indaco 1° BFL det 2

La storia dell'indaco però non finisce qui, anzi dovrei scrivere non inizia qui... perchè in tempi non sospetti ovvero durante il viaggio di nozze, periodo in cui non avevo ancora coscienza della mia passione per filatura e tintura etc - ma lavoravo solo "banalmente" a maglia - una parte del viaggio siamo stati nel nord del Vietnam, al confine con la Cina. Questa zona stupenda e verdissima è rifugio di alcune etnie molto antiche che vivono ancora abbastanza secondo le proprie tradizioni; una di queste è la popolazione Hmong, che conoscevo già  per lavoro in quanto famosi produttori di tessuti tinti con l'indaco...

Bene una volta lì la gente è molto felice di raccontarti come vive, soprattutto se poi compri qualche manufatto o gli fai semplicemente compagnia, e quindi mi avevano raccontato dell'indaco, mostrato le piante - quelle lungo il bordo inferiore della foto per capirci:

PA200321

Mi avevano portato nell'edificio in cui preparano le fibre di canapa per la tintura e poi tessitura:

PA190283

PA190292

I loro abiti tradizionali infatti sono tipicamente blu scuri adornati con passamanerie colorate e monili di metallo; ma soprattutto è normale vedere donne dalle mani colorate... e il colore non è blu come si pensa, ma giallo / verde... ora ho capito perché!

PA200365

Il pensiero ricorrente rivedendo queste foto di 4 anni fa è: questo è stato finora il viaggio più bello della mia vita, non dovrei meravigliarmi che mi avesse fatto conoscere meraviglie che poi sarebbero diventate la mia più grande passione, anche se allora non ci avevo fatto caso più di tanto... possibile che non abbia ancora capito che bisognerebbe stare sempre con occhi e cuore aperti per riconoscere tutte le briciole di magia che la vita ci offre in momenti non sospetti e che ci potrebbero far cambiare  il corso dell'esistenza???

Se ce la facessimo saremmo sempre a bocca  aperta come i bimbi che scoprono il mondo per la prima volta, eppure non servono tante dimostrazioni...basterebbe provare...

domenica 3 aprile 2011

FEATHER DUSTER

Suona davvero meglio con  il nome originale inglese, piuttosto che "piumino da polvere" - come andrebbe tradotto - comunque è finito!!
E' venuto perfetto, il filato - lana Jamieson's Shetland Spindrift - ha reso come speravo e una volta lavato e bloccato sul letto ha mostrato tutto lo splendore del punto ben stirato:
Feather duster oyster det Feather duster oyster 2
Ho impiegato quasi due ore a bloccarlo per bene, cercando di mantenere le proporzioni e di non distorcere il disegno, e  alla fine non mi sentivo più i polpastrelli di indice e pollice!
Feather duster oyster Feather duster oyster det pins
Bene comunque, alla fine ho contato 441 punti sul ferro, e circa 2 metri di larghezza x 106 di lunghezza centrale; ero talmente contenta di poter lavorare qualcosa di desiderato e apprezzato per un'amica che ci ho impiegato anche poco tempo, almeno per i miei ritmi, meno di due mesi, e  non vedo l'ora di vederlo addosso alla destinataria - Bergamotto e Benzoino, che non linkerò mai abbastanza.
Un mistero per me resta come realizzare questi disegni suggestivi in un lavoro a maglia, nonostante tanti anni di sferruzzamenti non saprei davvero da che parte iniziare a progettare un disegno come questo, forse perchè non ho mai provato, mah...
INFO DI SERVIZIO:

PER IL MOMENTO NON STO METTENDO IN VENDITA SU ETSY I FILATI TINTI CON PIGMENTI NATURALI, LI RISERVO PER I PROBABILI MERCATINI D'AUTUNNO, MA SE A QUALCUNO INTERESSANO SCRIVETEMI!!

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