domenica 31 luglio 2011

… TRA I GLICINI E IL SAMBUCO…

Da Domenica scorsa, quando ho iniziato questa tintura , mi torna in mente questo spezzone di frase; dopo poco l’ho collegata alla sua origine, una delle canzoni del periodo che preferisco di De Andrè, una delle prime che mi ha fatto conoscere il mio papà da piccola e che ho capito chiaramente solo in seguito, Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers.
sambuco_frutti4
Da subito però  mi erano rimaste in mente alcune frasi, di realtà che riconoscevo e in questo caso sono i glicini e sambuco, con cui giocavo spesso d’estate nel bosco vicino alla casa in campagna dei nonni... ricordo bene l’odore delle bacche viola scuro e dei fiorellini bianchi ad ombrello, e le macchie sulle mani e sui vestiti. Ricordo anche i racconti dei giochi fatti da mio padre nello stesso bosco e con forse le stesse piante, tanti anni prima.
Quindi quando ho trovato un albero piuttosto grande di sambuco nel letto del fiume sotto casa carico di frutti maturi – fortunella!! – ho colto al balzo l’occasione.
Raccolto una sacchetto di bacche le ho messe a bollire per un ‘oretta e dopo aver intriso l’aria di un profumo molto simile al mosto di vino ho messo a tingere 3 matasse in modo diverso:
BAGNO 1: matassa di lana e 8% di allume direttamente nella pentola a bollire per 1 ora e poi lasciata raffreddare per 3 ore.
VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100
BAGNO 2: matassa di lana senza mordente, direttamente in pentola a bollire per 1 ora e poi lasciata raffreddare per 3 ore.
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BAGNO 3: unito il liquido dei primi due bagni, ho aggiunto l’8% di allume a caldo e una matassa vagamente bouclè di lana accoppiata a lino ecru, lasciata in pentola a fuoco spento per 18 ore .
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Sono estasiata dalle sfumature assunte, da come i tipi di versi di fibra hanno preso il colore e presa dall’entusiasmo ho raccolto in due bottiglie il liquido rimasto e nei prossimi giorni vedrò di ottenere magari qualche sfumatura più chiara, ho letto che in teoria a concentrazione minore il sambuco dovrebbe dare un azzurrino polvere che proverò a scovare!
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mercoledì 27 luglio 2011

IL PRIMO TESSUTO

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Ecco un dettaglio della trama del mio primo tessuto!

Ricordate la mia ultima matassa imbevuta?

Ho usato un filo di lino e uno di seta grezza nei toni salvia  ed ecru per l’ordito e la matassina di lana tinta per la trama… il risultato ha dimensioni impreviste – ho stretto troppo i margini laterali e battuto i fili troppo stretti – e quindi da uno scaldacollo che doveva essere nel mio pensiero, si è rivelato una rettangolo troppo corto e largo per stare bene a un collo…

Però comunque perfetto per diventare un runner o simile da mettere su un mobile o un tavolino, poco importa, lo terrò volentieri in bella mostra con tutti i suoi difetti, un po’ come fosse il primo disegno del mio bambino, che non ha ancora fatto e sarà probabilmente assurdo ma splendido allo stesso tempo.

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Imparate tante cose tecniche, come la battitura, l’importanza di tendere bene l’ordito, quanto filo  lasciare ai lati etc, ma quella che apprezzo di più per ora è come rende il passaggio tra i colori della lana tinta a mano, l’effetto è piuttosto diverso rispetto al lavoro a maglia, e mi piace davvero: mi sembra più fluido e sfumato… da riprovare di sicuro.

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venerdì 22 luglio 2011

PRIMO ESPERIMENTO SERIO SUL TELAIO

Sì, perchè partire dal primo lavoro fatto e non dal secondo?
Poi racconterò anche di quello, ma per ora sono più impaziente di mostrare il secondo esperimento – che non a caso è venuto meglio… – non che sia una meraviglia, ma almeno rispecchia quello che pensavo di ottenere a partire dai filati e dalle quantità che avevo a disposizione.
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L’ordito è una lana bouclè di mohair ordinata con l’ultimo stock da Texere Yarns, di un azzurro carta da zucchero che si adattava perfettamente ad un filato che avevo tinto chissà quanti mesi fa a partire da una lana riciclata e che tenevo lì in attesa di quale forma dargli, e che quindi ho scelto come trama.
Avendo solo 60m di filato per la trama ho montato una lunghezza di ordito media, sui 180m, e ho deciso di lasciare un bel po’ di spazio tra le righe di tessuto, in modo che si vedessero bene i riccioli del bouclè, ma anche le sfumature di colore della mia tintura:
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Mi piace tantissimo l’effetto che fa la trama larga del tessuto, e alla fine  lo sciarpone risulta comunque caldo nonostante sia traforato…. e il filato è anche un po’ avanzato!
Memo: quanto è importante montare bene l’ordito teso sul telaio, il mio era a tratti lasco e quindi far passare la navetta con la trama diventava un po’ noiosetto…

lunedì 18 luglio 2011

NUOVO AGGEGGIO!!!

Devo confessare che ho tenuto segreto un nuovo aggeggio per un paio di settimane, perchè in realtà avevo tanto da scrivere ma ora non resisto più!
Mi è arrivato il TELAIO!!!
Da tempo volevo provare a tessere,  e alla fine ho colto il pretesto del mio compleanno per ordinarlo dopo lunghe ricerche ed eccolo qui, montato e ovviamente provato:
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Ho scelto il Rigid Heddle Loom di Ashford, un po’ perchè tutte le mie attrezzature sono loro e mi sono sempre trovata molto bene e un po’ perchè anche il prezzo era tra i più ragionevoli, ed è arrivato in 4 giorni dall’Inghilterra.
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Ho scelto il modello largo 80 cm, pensando che tanto valeva fare un investimento che permettesse di ottenere i tessuti più vari, è un po’ ingombrante, ma tutto sommato leggero e impilabile… e tanto per ora resta sul tavolo in sala per i primi lavori.
Il primo commento che mi viene da fare a caldo, banale forse,  è che tessere mi sembra un altro mondo rispetto a filare o lavorare a maglia, perchè occorre ragionare bene prima di iniziare un progetto:  come renderà il filato, quanto ne servirà, come di comportano i materiali se messi su trama o su ordito ( CAMBIA UN SACCO !!!), quanto tendere i diversi fili…
Insomma è un mondo nuovo, tutto da scoprire, ma mi affascina da pazzi e ho l’impressione che i filati fatti a mano si esaltino enormemente nei tessuti, anche se per ora non ho ancora impiegato una matassa filata a mano, perchè volevo limitare i danni – Sì PERCHE’ TESSERE IMPLICA TAGLIARE IL FILATO ALLA LUNGHEZZA GIUSTA, E IO PER ORA MI SPAVENTO AL SOLO PENSIERO DI MOZZARE UN FILATO CHE HO IMPIEGATO TEMPO E FATICA  A CREARE!!!!!!!!!!!!!!

venerdì 15 luglio 2011

ROBBIA FINALMENTE!

Alla fine riesco a scrivere anche della tintura con la Robbia!
Ho letto meraviglie di questo estratto, usato fin dall’antichità, e di cui si narrano tantissime ricette, per ottenere le tonalità più particolari di rosso, rosa o marrone, una delle fonti più carine che ho trovato sul web è questo blog: La zia Artemisia
Ho preparato il calderone con l’estratto portato a temperatura non sopra i 60°C circa – ehm  ammetto che vado un po’ a stima sulle temperature, perchè non mi sono ancora dotata di termometro apposito, mi sembra una spesa un po’ eccessiva, preferisco spendere in fibre e colori….. – perchè altrimenti ho letto che la tinta vira verso il marrone.
Poi ho buttato 50g di lana Corriedale in fibra e 50g della stessa lana in filato e li ho lasciati immersi per un’ora a temperatura costante – accendendo e spegnendo il fuoco a intervalli…
Finito questo passaggio ho messo altri 50g di fibra e di filo nel bagno esausto rimasto in pentola, e ho aggiunto aceto per vedere l’effetto che avrebbe fatto; li ho lasciati così mezz’ora.
Ultimo esperimento: ho diviso a metà la fibra tinta così e ho alzato la temperatura portandola a bollore per altra mezz’ora.
Ecco i risultati, non so quanto si vedano le differenze nei colori, ma le sfumature sono nette e interessanti:
  • Sotto a sin: PRIMO BAGNO, a destra: TERZO BAGNO, sopra: SECONDO BAGNO
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  • A sin: SECONDO BAGNO, davanti: TERZO BAGNO
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  • Davanti: SECONDO BAGNO, dietro: PRIMO BAGNO
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  • A sin: PRIMO BAGNO, a destra: SECONDO BAGNO
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Niente a che vedere con il rosso leggendario che dovrebbe dare questa radice, ma era il primo tentativo, quindi non si demorde e si prosegue!

martedì 12 luglio 2011

ERBE VERDI

Eccoci all’esperimento con i pigmenti naturali; ho mordenzato con l’Allume 100g di lana Corriedale in fibra, divisa in due parti.
Nel pentolone ho tinto 50g di fibra e una matassa da 50 g di lana, di quelle che avevo tinto con il Melograno e che erano rimaste beige chiaro.
L’estratto è un mix di erbe selezionate da Debbie di DT Craft&Design  per dare una tonalità verde/verde acqua  Il liquido è diventato un bel verde scuro, tendente al petrolio, ma alla fine sia fibra che filato, una volta sciacquati sono risultati piuttosto chiari (a onore del vero mi sa che la mia macchinetta fotografica mi sta abbandonando, perchè sto notando che sbiadisce parecchio i colori sigh!!!):
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La seconda matassina era della stessa lana riciclata che sto impiegando con moltissima goduria in tutti questi esperimenti e che in questo caso ho buttato nel calderone dopo aver tolto fibra e filato, e infatti è rimasta di un paio di toni più chiara…
Poi ho proseguito con il resto della fibra e altro filato con la Robbia, ma ora devo andare, ne racconterò poi….

sabato 9 luglio 2011

COME FARE BOZZOLI SE NON SIAMO BACHI?

Presa da ispirazione dopo aver letto uno degli Spin Off che mi erano arrivati qualche settimana fa, ho ripreso a filare con una tecnica che avevo provato in passato e mai più, ma che ha un bell’effetto al tocco e alla vista: i COCOON, ovvero bozzoli.
Come base ho usato la lana cardata con mohair che fresca di tintura e apertura, solo 50g, ma un buon peso per sperimentare.
Per i bozzoli ho cercato nel cassettone un colore che si accordasse e ho trovato dell’alpaca in top viola perfetta.
Quindi ho iniziato a filare la fibra di base abbastanza sottile e cercando di bilanciare bene la tensione, poi qua e là ho inserito ciuffi di alpaca rallentando la torsione e tenendola perpendicolare al filo che si sta formando, poi filandola avanti e indietro passando su tutta la lunghezza del bozzolo in formazione – d’istinto mi sembrerebbe che un bozzolo si formi proprio così…passando e ripassando fili sottilissimi attorno al corpo centrale….
Comunque ecco il risultato:
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Il filato è una meraviglia, perchè tutto peloso e lucente, ma forse come primo tentativo l’alpaca non è stata la scelta più azzeccata, perchè è molto liscia e scivolosa, quindi alimentando il filato sulla bobina i bozzoli più grandi tendevano a muoversi e srotolarsi un po’, anche se avevo cercato di bloccarli lasciando il filo di base più sottile prima e dopo il bozzolo… come da istruzioni di Jacey Boggs autrice dell’articolo ispiratore.

Allora ho scovato dell’altra fibra cardata di lana+mohair che avevo tinto chissà quando e ho fatto un altro tentativo usando però della lana Falkland per i bozzoletti:
Moooolto meglio, è risultato un mix di rossi/rosa/aranciati bellissimo!!
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giovedì 7 luglio 2011

LINO PART 3#

Il progetto del cardigan Savoy di lino sta procedendo veloce dalla villeggiatura in riviera, senza molto altro da fare per giunta…

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Ho finito il dietro e un davanti, e mi sto rendendo conto sempre più che mi avanzerà un sacco di filato, ho fatto 8 matasse da 70g circa, che sono risultate molto più sottili del filato Rowan Revive impiegato in teoria per questo modello, figurarsi che con una ho fatto il dietro e poco più della seconda dovrebbe bastare per i due davanti!!!!!!!

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Comunque mi piace  l’idea di un cardigan leggero per l’estate, e il punto rende benissimo anche col filato molto sottile.

Dovrò studiare qualcosa da fare con le matasse avanzate, ma questo lavoro enorme deve essere soprattutto un promemoria: il lino non si gonfia come la lana, il bambù o altre fibre dopo la filatura e il lavaggio!

INFO DI SERVIZIO:

PER IL MOMENTO NON STO METTENDO IN VENDITA SU ETSY I FILATI TINTI CON PIGMENTI NATURALI, LI RISERVO PER I PROBABILI MERCATINI D'AUTUNNO, MA SE A QUALCUNO INTERESSANO SCRIVETEMI!!

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