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Ecco un dettaglio della trama del mio primo tessuto!
Ricordate la mia ultima matassa imbevuta?
Ho usato un filo di lino e uno di seta grezza nei toni salvia ed ecru per l’ordito e la matassina di lana tinta per la trama… il risultato ha dimensioni impreviste – ho stretto troppo i margini laterali e battuto i fili troppo stretti – e quindi da uno scaldacollo che doveva essere nel mio pensiero, si è rivelato una rettangolo troppo corto e largo per stare bene a un collo…
Però comunque perfetto per diventare un runner o simile da mettere su un mobile o un tavolino, poco importa, lo terrò volentieri in bella mostra con tutti i suoi difetti, un po’ come fosse il primo disegno del mio bambino, che non ha ancora fatto e sarà probabilmente assurdo ma splendido allo stesso tempo.
Imparate tante cose tecniche, come la battitura, l’importanza di tendere bene l’ordito, quanto filo lasciare ai lati etc, ma quella che apprezzo di più per ora è come rende il passaggio tra i colori della lana tinta a mano, l’effetto è piuttosto diverso rispetto al lavoro a maglia, e mi piace davvero: mi sembra più fluido e sfumato… da riprovare di sicuro.
Il progetto del cardigan Savoy di lino sta procedendo veloce dalla villeggiatura in riviera, senza molto altro da fare per giunta…
Ho finito il dietro e un davanti, e mi sto rendendo conto sempre più che mi avanzerà un sacco di filato, ho fatto 8 matasse da 70g circa, che sono risultate molto più sottili del filato Rowan Revive impiegato in teoria per questo modello, figurarsi che con una ho fatto il dietro e poco più della seconda dovrebbe bastare per i due davanti!!!!!!!
Comunque mi piace l’idea di un cardigan leggero per l’estate, e il punto rende benissimo anche col filato molto sottile.
Dovrò studiare qualcosa da fare con le matasse avanzate, ma questo lavoro enorme deve essere soprattutto un promemoria: il lino non si gonfia come la lana, il bambù o altre fibre dopo la filatura e il lavaggio!